giovedì 26 maggio 2011

Triclosan e il dentifricio Eraclio

Come promesso, parliamo un po' di igiene.
Ero partito da un articolo del Environmental Health Perspectives, un journal peer-reviewed e open-access [1] per studiare gli effetti negativi del Triclosan. Poi ho dato un'occhiata alla pagina wikipedia inglese [2] e mi sono reso conto che c'era già lì tanto di quel materiale citato che questo articolo sarebbe stato superfluo.
In breve: stiamo parlando di una sostanza impiegata in prodotti per l'igiene personale come battericida (saponi, dentifrici, pannolini, gel per lavare le mani...) fin dagli anni '70. Tuttavia la US Food & Drug Administration nel 2010 afferma che tale sostanza non fornisce nessun beneficio aggiuntivo rispetto, ad esempio, ad una bella strofinata di sapone nel rimuovere i batteri e la sua nocività è ora sotto indagine. Il triclosan è accusato di provocare tumori al seno, di rinforzare con l'uso prolungato la flora batterica, di modificare gli ecosistemi marini uccidendone i batteri e impedendo alle alghe la fotosintesi, di inquinare i terreni una volta immesso nelle fognature e poi nei fiumi (trasformandosi in altre sostanze come la diossina), di interferire con il sistema endocrino e le funzioni ormonali.
Riguardo l'igiene, la medicina si è convinta che ogni malattia viene da un piccolo virus o batterio cattivello che ci vuole del male e che solo antibiotici e vaccini possono fermare. Questo è sicuramente legato ai primi successi storici nel curare malattie all'epoca molto diffuse. Tuttavia, come dico sempre, la medicina non ha avuto l'umiltà di cambiare visione ed è per questo che oggi non è in grado di contrastare patologie e disturbi di tanti tipi, soprattutto quelli che ci affliggono più quotidianamente.
L'igiene è una di quelle cose che ci riguarda giornalmente e qui, proprio la medicina tradizionale, invece di assisterci nel bene, ci consiglia pratiche che a lungo termine sono deleterie. Viene definita "Hygiene Hypothesis", l'ipotesi avanzata da molti, secondo i quali un eccesso di igiene, specie in età infantile, indebolisce il sistema immunitario e provoca allergie, detto in parole povere per l'assenza di un "confronto" con allergeni e batteri nella fase importante della crescita. Le evidenze sperimentali ci sono [3], ora sta alla medicina formulare una teoria valida per spiegarle, e nel frattempo seguire quanto mostrato dalla verità sperimentale.

E ora parliamo di Eraclio. Evito da un po' di usare un sapone con antibatterico inavvertitamente acquistato al supermercato... ma quando per sbaglio è stato addirittua acquistato un dentifricio con triclosan, mi sono deciso ad andare al Punto Macrobiotico vicino casa e acquistare finalmente il dentifricio "Eraclio". Questo dentifricio si presenta come una polvere da applicare sullo spazzolino, fatta di argilla, salvia, timo, menta (da agricoltura biologica), sale e poco altro. Sicuramente il primo impatto è un po' particolare, se uno non ha neanche mai avuto il piacere di lavare i denti qualche volta con il bicarbonato, ma l'effetto è piacevole e fresco, con la differenza che è ottenuto in maniera naturale e sicura. La ricetta fu preparata da tale Eraclio Fiorani, erborista di Macerata, grande amico di Mario Pianesi, che in sua memoria gli ha dedicato questo prodotto, che oggi potete trovare in tutti i circoli Un Punto Macrobiotico (prodotto da TEA Natura, Ancona). Il prezzo è inferiore ai costosissimi dentifrici (un po' "falsi alternativi") da erboristeria o negozio di prodotti naturali, è superiore a quello di un tubetto di dentifricio da supermercato, ma dura di più, e durate di più anche voi ;)

P.S.: un'altra dedica ad Eraclio Fiorani è il belvedere omonimo in zona Posatora di Ancona.

Biblio:
[1] Erin M. Rees Clayton, Megan Todd, Jennifer Beam Dowd, Allison E. Aiello, "The Impact of Bisphenol A and Triclosan on Immune Parameters in the U.S. Population, NHANES 2003–2006", Environmental Health Perspectives, 119(3) Mar 2011

lunedì 23 maggio 2011

Europa contro WiFi e cellulari nelle scuole

Leggo e diffondo con enfasi positiva questo articolo di Businessmagazine[1], che riporta la scelta della comunità europea di "prendere tutte le ragionevoli misure per ridurre l'esposizione ai campi magnetici, specialmente alle frequenze radio provenienti dai telefoni cellulari e particolarmente l'esposizione di bambini e giovani individui che sembrano maggiormente esposti al rischio di tumori". Questo nell'ottica preventiva di evitare che accada, come in passato, di scoprire solo troppo tardi la nocività di alcuni prodotti o tecnologie, come  è avvenuto "nel caso dell'amianto, della benzina a piombo e del tabacco".
Per coloro che sono scettici sulla nocività di onde radio a radiofrequenza (come il range 800MHz-2.5GHz che include GSM, 802.11 e così via) pubblicherò a breve un articolo in cui riporto recenti studi che mettono in evidenza la pericolosità di microonde (anche per scaldare il cibo) e gli effetti non-termici che la chimica fino a poco fa ignorava e che hanno una pericolosità, stranamente, inversamente proporzionale alla potenza in gioco! (Parentesi: ritorniamo al tema dell'arroganza di chi fa scienza nel modo sbagliato: solo perché dei campi a radiofrequenza si conoscono gli effetti termici, ci si sente autorizzati a dire che non esiste alcun altro tipo di effetto e a negare quindi la loro nocività).
Ritornando al WiFi: l'Italia che fa? Una volta buona che un ministro voleva fare una cosa innovativa (rendere tutte le scuole dotate di connessione wireless pervasiva), che disdetta, la UE va proprio nella direzione opposta: la notizia, recente, dal Messaggero[2].

giovedì 19 maggio 2011

Nucleare sicuro e scienza arrogante

Alcuni studi relativamente recenti dimostrano l'aumento del tasso di leucemia e cancro per i bambini che vivono a poca distanza (<5km) da un reattore nucleare in Germania. Uno di questi ha verificato ad esempio che i bambini che vivono i prossimità di un reattore rischiano il 60% dei casi di cancro e il 117% dei casi di leucemia in più rispetto alla media dei bambini che vivono in aree lontane da reattori nucleari [1]. Sembra anche che l'andamento sia pari all'inverso della distanza dal sito [2].
I punti che voglio sottolineare:
1. Il nucleare non è sicuro. I reattori soggetti allo studio non hanno subito danni o perdite (che si sappia, aggiungerei). Nonostante questo, l'effetto sulla salute negativo è dimostrato da studi statistici dotati di alta rilevanza statistica e il modello 1/d mostra un buon fitting.
2. Ancora più importante: la Scienza ha dei problemi e da uomo di scienza mi preme sottolineare che non ci si può affidare ad essa incondizionatamente. In primo luogo perché il suo sapere non è assoluto o eterno. Sì è vero, ci piace pensarlo in genere, ma non è così. Chi ha dei major studies in fisica dovrebbe saperlo bene, quale trauma psicologico costituiva per i fisici all'inizio del '900 affrontare il problema della radiazione di corpo nero, l'effetto fotoelettrico e così via! Alcuni la vivevano come una sconfitta personale. I fisici di quell'epoca impararono ad accettare i limiti della fisica e la temporaneità delle sue teorie. Ma il punto non è solo questo, il fatto è che il barbatrucco che permette i più grandiosi progressi matematici e i più miseri disastri applicativi è il principio del riduzionismo, in base al quale ci si permette di escludere in maniera piuttosto arrogante talvolta effetti secondari, quantità di poco conto o concause. E' applicando semplificazioni che si ritiene il cloro nell'acqua innocuo... salvo smentite, vd. post precedente.
Il problema della scienza è il riduzionismo, il problema di chi fa scienza è l'arroganza. Il riduzionismo porta a fare conclusioni non suffragate dalla realtà, l'arroganza ad accettarle come vere e forzare gli altri a crederci. Ed è questo il punto fondamentale di questo post. Al momento non ci sono motivi per cui il tasso di leucemia o cancro nei dintorni di una centrale nucleare dovrebbe essere più alto. Eppure "sensate esperienze" ci dimostrano così. Ora mancano le "certe dimostrazioni" (mi leggo qualcosa al riguardo e poi scrivo un altro post). Persino l'autore di [3] dice: "This unjustified conclusion illustrates the dissonance between evidence and assumptions. There exist serious flaws and gaps in the knowledge on which accepted models for population exposure and radiation risk are based." La scienza è portata per sua natura a fare "assumptions", assunzioni. Talvolta diventano presunzioni. E allora, che diavolo, ogni tanto basterebbe un po' di buonsenso. Costa molto meno di uno studio scientifico e garantisce risultati simili. Incerti, sì, come quelli di ogni studio scientifico, che non può arrogarsi mai il diritto della certezza. Lavorare nel mondo della ricerca deve significare prima di tutto umiltà e modestia, proprio come quella di un contadino o di un operaio. In fondo il lavoro di ricerca è un lavoro piccolissimo, che va ad accrescere di un delta il lavoro enorme costituito da generazioni di uomini e (purtroppo poche) donne.

P.S. un simpatico video di legambiente per il referendum del 12-13 maggio, con gli artisti che suoneranno dal vivo per fermare il nucleare. Cita indirettamente le scoperte degli articoli in bibliografia.

Biblio: (NB: [1] e [3] sono indicizzati pubmed)

[1] Kaatsch P., Spix C., Rath R.S., Schmiedel S. and Blettner M., "Leukaemia in young children living in the vicinity of German nuclear power plants", Int. J. Cancer: 1220, 721–726 (2008)

[2] E. Lengfelder, "Childhood Cancer in the Vicinity of German Nuclear Power Plants, Background and a short radiobiological evaluation of the data situation"

[3] Nussbaum R. H., "Childhood Leukemia and Cancers Near German Nuclear Reactors: Significance, Context, and Ramifications of Recent Studies", Int. J. Occup. Environ. Health, 2009; 15:318-323

Studio di prossima uscita da tenere d'occhio:

lunedì 16 maggio 2011

Il falso alternativo (p.1)

Oggi l'alternativo va di moda. Leggi "bio" dappertutto, oggi ho visto in pubblicità anche un termocamino  diventare "bio".
Ma essere alternativi, ovvero costruire una strada alternativa in qualche senso (economica, alimentare, energetica, o persino scientifica) non è facile e oggi la strada intrapresa da tante imprese e persone va assolutamente dalla parte sbagliata, ovvero quello dell'edonismo, della facilità, del consumismo. Magari fosse così semplice, fare la buona azione e vedere il mondo cambiare.
L'esempio di oggi è il caso dell'happy hour "sostenibile" di Milano [1]. Dei totem installati nei bar più famosi della città, che forniscono informazioni previo inserimento di gettone sulla sostenibilità dei cocktail forniti (ingredienti, provenienza e kilometri percorsi). Questo non è alternativo, ma neanche per niente!
1. Non è un servizio gratuito. E questo è il primo male, perché un consumo responsabile deve anche essere trasparente.
2. E' un servizio che costa risorse ambientali continuamente. Perchè per 6 bar bastavano 6 manifesti cartacei (disponibili a tutti gratuitamente). Costavano 2 ore di impaginazione, una stampante e un po' di carta. Invece 6 totem sempre accesi sono un ingegnere meccanico per disegnare la colonnina, un elettronico per decidere l'hardware da acquistare, un informatico per fare l'interfaccia software e un grafico per abbellirla. Stipendiati per un paio di mesi. Poi i totem sono 6 computer che consumano 400W di energia elettrica ciascuno se l'elettronico non è stato oculato. In Italia il 77% di questa energia proviene da combustibili fossili[2]. Teneteli accesi per una settimana e poi vedete quanti alberi servono per compensare la CO2 (qualche dato divulgativo, EN [3]).
3. Ha un difetto di fondo: sulla colonnina non credo vengano riportati i dati relativi agli ingredienti che il bartender utilizzerà effettivamente. un conto è un cocktail con spumante da agricoltura biologica locale e arancia dalla sicilia, un conto è un cocktail con spumante da hard discount che viene da non si sa dove, da agricoltura convenzionale e succo di frutta all'arancia (tutta acqua e zucchero) imbottigliato in Germania da arancie prodotte in Brasile.
L'etichetta trasparente deve stare sul prodotto, non vicino alla porta del bagno su una colonnina messa solo per fare pubblicità al locale. In questo, up to the author's knowledge, Un Punto Macrobiotico è l'unica forza alternativa che vende ed usa prodotti il più possibile locali, tutti con un'etichetta che fornisce non solo provenienza (paese, regione, città, altitudine) ma persino energia e acqua impiegate per la produzione, passaggi (produzione, trasformazione, distribuzione, etc.). Certo, al "punto" non aspettatevi un Negroni, ma cambiare qualcosa significa anche cambiare abitudini e fare una passeggiata con gli amici invece che portarli all'happy hour.

[1] Articolo fotografico, di La Repubblica: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/14/foto/milano_l_happ y_hour_ecosostenibile-16212306/1/?ref=HRESS-18
[2] Terna (società gestore rete distribuzione elettrica italiana) , "Dati Statistici sull'energia elettrica in Italia", Dati generali (pdf), 2009, p. 11.
[3] The Independent, "Cyber warming: PCs produce same CO2 emissions as airlines", giugno 2007

sabato 14 maggio 2011

Il cloro nell'acqua potabile

Uno studio del 1992 [1],  basato su un corpus di studi precedenti (meta-analysis) suggerisce che esista un legame tra il consumo di derivati della clorazione (la aggiunta di cloro all'acqua per renderla potabile disinfettandola) in acqua potabile e l'insorgere di cancro alla vescica e retto. La clorazione infatti può reagire con composti organici producendo DBPs (Disinfection By-Products) di natura carcinogena.
L'articolo suggerisce anche che il 9% dei casi di cancro alla vescica e il 18% dei tumori al retto siano ogni anno causati dalla clorazione dell'acqua. Si tratta di migliaia di casi l'anno per gli USA.
Per quanto la OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute, o World Health Organization) raccomandi di tenere sotto controllo tali elementi carcinogeni, non si è effettuato nessuno sforzo in decenni per utilizzare diversi sistemi di disinfezione dell'acqua. Eppure ci sono. Ad esempio combinando trattamento UV (che uccide i microorganismi senza lasciare residui chimici) e altri stadi di filtraggio (per rimuovere le rimanenti parti di  tossine, metalli pesanti, etc.). Questo perché il mondo ruota attorno al denaro e non alla salute. Se le amministrazioni pubbliche continuano a ragionare in termini di risparmio economico (e qui lo stato non le aiuta di certo, visto che le ha private di alcune entrate importanti come l'ICI), invece che di spesa sulla salute pubblica, interventi di modifica come questi alle infrastrutture non ci saranno mai. Tantopiù che oggi, qui in Italia siamo in aria di "privatizzazione" dell'acqua [2].
Tra l'altro nonostante l'uso del cloro, da alcuni studi, come in [3], si capisce che una certa quantità di batteri sono sempre presenti nell'acqua di rubinetto. Fatta eccezione per alcune specie pericolose, per dire E. colii ed Helicobacter pylorii, che sono estremamente nocive e prima che l'acqua fosse disinfettata erano causa di mortalità elevata, molte altre specie di microorganismi e batteri vivono in simbiosi con noi, prima ancora che con i nostri simili, gli animali e le piante. E così dev'essere per la nostra salute. D'altra parte dove abito io, mio bisnonno poteva bere l'acqua del fiume giornalmente senza rischio di sviluppare infezioni. Il succo: equilibrio: anche troppa igiene fa male. Vogliamo parlare dell'uso smodato di antibatterici e del triclosan o lo lascio per la prossima puntata?

Bib:
[1] Morris R.D., Audet A.M., Angelillo I.F., Chalmers T.C., Mosteller F. "Chlorination, chlorination by-products and cancer: a meta-analysis", J. Public Health, 1992 jul, 82(7):955-963.
[3] Ridgway H.F. and Olson B.H. "Chlorine resistance patterns of bacteria from two drinking water distribution systems." Appl Environ Microbiol. 1982 October; 44(4): 972-987

Messaggio introduttivo

Dopo mesi di tentennamenti apro questo blog. Scopo: diffondere sapere di vario tipo e da varie fonti, discutere temi complessi e fare chiarezza con il metodo scientifico quando possibile, metterlo da parte quando si va oltre i suoi limiti operativi. Insomma tutto e niente. I temi trattati sono estremamente variati, e la prospettiva non sarà unica: se infatti le parole saranno sempre le mie, col tempo è possibile che cambino, perché di verità assolute non ce ne sono e di metriche per giudicare teorie o fatti ce ne sono a bizzeffe. So già che questo blog mi nuocerà alla salute, perché prendo molto a cuore le mie idee e campagne, e discutere su internet, dove ci si insulta più a cuor leggero non sarà affatto rilassante. So anche che tramite questo sito nessuno sarà convertito ad uno stile di vita diverso, perché sono i fatti e le esperienze a farci cambiare, non le parole. Ma farò il mio lavoro per tenere pulito e arato un piccolo orticello di idee e informazioni dissonanti e in controtendenza, costi quel che costi, sperando che i miei conoscenti almeno ne trovino giovamento di quando in quando.
Che l'avventura abbia inizio...