lunedì 28 novembre 2011

Pane nostro che sei in Romania

"Ce lo metto io lo sfilatino"
Bravi, bravi, fidatevi della grande distribuzione, da [Le inchieste La Repubblica 1 nov]:
"Da qualche tempo, la produzione di pane del Paese dell'Est è salita a 4 milioni di chili. Una buona parte la mangiamo noi. Quasi un quarto del prodotto confezionato venduto nei nostri supermarket arriva di là. Preimpastato e surgelato dura due anni e basta una rapida cottura. Poco si sa sugli aspetti igienici e non c'è obbligo di esplicitare la provenienza sull'etichetta"

Tutto questo a fronte di un'economia locale che produce farine e pane con grano locale, integrale, senza lievito di birra, lievitanti chimici né zucchero, pane di riso, e tanti altri tipi di pane che si facevano fino a prima del boom economico e sono stati poi dimenticati per lo schifoso pane bianco chimico da panetteria comune, ristorante o supermercato.

Un esempio: al punto macrobiotico più vicino potete trovare pane a lievitazione naturale, con farina di frumento integrale, locale, da grani antichi (e non brevettati, a differenza del kamut, roba da matti brevettare un cereale) e pane di riso. Potete anche trovare pizze salate, maritozzi e altri dolci senza uova, latte e zucchero. Tutto questo a prezzi equivalenti a quelli di mercato, alla faccia dei vari negozi "bio" e "green" che propinano prodotti strampalati (avevamo davvero bisogno della Quinoa che si fa il giro del mondo per arrivare qua?), pieni di ingredienti non necessari ed esotici a prezzi da latrocinio.

martedì 1 novembre 2011

Ciao safari

Per chi lo ricordasse ancora, il safari non è solo uno browser (scarsino), ma è anche una moda cretina e poco temeraria, che a breve potrebbe non esistere più, se non in pochi zoo. Sembra infatti [La repubblica 1 nov] che la popolazione di tutti i gandi felini sia in drastica riduzione a causa dell'uccisione indiscriminata, nonché della minaccia degli habitat.

E fin qui un dato di fatto che probabilmente tante campagne di informazioni animaliste e ambientaliste fanno spesso sapere. 

Per quelli che pensano che la macrobiotica sia solo una questione di cibo, si sbagliano. Tant'è vero che ben due settimane fa circa, al 6° Convegno Ambiente-Agricoltura-Alimentazione-Salute-Economia, presso l'aula magna de La Sapienza di Roma, durante l'introduzione usuale di Mario Pianesi si riportano alcune stime al 1900 e al 2011 su popolazione umana (in netta crescita), foreste (in diminuzione), terreni agricoli (in aumento) e alcune speci animali in netta diminuzione, tra cui scimpanzé, elefanti e - appunto - leoni.


La differenza tra UPM e le associazioni ambientaliste è che la prima con molta modestia e radicalità sfrutta quei due spicci che ricava dalle proprie attività, inclusi i tesseramenti, per ristabilire habitat e microclimi in Italia, Africa e Asia. Chi è socio deve andare fiero di sapere le mille imprese, specie nei paesi in via di sviluppo, che vengono fatte anche a suo nome.
Le seconde invece si pigliano donazioni su donazioni per salvare due bestiole, a mò di arca di noè, e assicurarne la vita all'interno di una teca di vetro, per preservarne il genoma in un certo senso, e permettere di rimpiangere i tempi andati in cui vivevano in libertà, senza uno sforzo concreto nel contrastare il (dis)ordine delle cose.

A presto un breve indice degli interventi della conferenza di cui sopra, anche per farvi capire la portata delle azioni di UPM.

domenica 9 ottobre 2011

Presa diretta: terrà e cibo

L'ultima puntata di presa diretta su Rai3 parla dei drammi dell'agricoltura, del mercato del cibo globalizzato e viziato dalla speculazione. La politica totalmente ignora il problema per la palese incapacità di affrontare problemi tanto complessi. Consiglio a tutti di guardare il video della puntata o leggerne il riassunto su: http://www.presadiretta.rai.it
Ma come risolvere tutti questi problemi, questioni non solo italiane, ma globali, legate strettamente con la finanza speculativa, la malavita, l'assenza di trasparenza, la centralità del denaro rispetto alla condizione umana e il disinteresse dell'occidente nei confronti del cibo?
A tutto questo solo la filiera UPM, l'etichetta trasparente pianesiana e un po' di buonsenso e buona volontà possono sopperire.

In riassunto, i problemi indagati nella puntata:
- import del grano estero persino dall'australia quando in Italia ce ne sarebbe già a sufficienza
- export del grano italiano, per speculazione
- il disegno delle 5 maggiori multinazionali per la determinazione (riduzione) del prezzo del grano
- mancanza di trasparenza totale nelle materie prime (il made in italy è una bufala) anche grazie a cavilli di legge
- l'abbandono dei campi italiani, la disperazione degli agricoltori che non riescono più a sostentarsi dell'agricoltura
- il lavoro nero e le ingiustizie nei campi del sud
- la morte dell'economia agricola
- la contraffazione dei prodotti italiani
- il rischio maggiore di contaminazione da tossine cancerogene nei grani di provenienza estera e i limiti di legge inadeguati

E la puntata non parla di problemi come la desertificazione dei terreni, la lenta morte dei terreni coltivati in convenzionale, il grano "bombardato" (precursore degli OGM) che tutti gli italiani si mangiano e a cui è presumibilmente legato l'aumento dei casi di celiachia degli ultimi 40 anni, la insalubrità del convenzionale, l'alimentazione OGM dei capi di bestiame, la fame nel mondo provocata dalle agricolture chimiche e a OGM, la insostenibilità della filiera convenzionale, il tasso di disoccupazione elevato provocato dalla meccanizzazione estrema.

A tutto questo Un Punto Macrobiotico con la sua filiera di agricoltori e trasformatori e la pratica della policoltura Ma-Pi cerca di porre rimedio, grazie al lavoro instancabile di tanti grandi persone, umili e silenziose. Voi potete cambiare le cose avvicinandovi
al centro UPM più vicino a voi, acquistando i prodotti ivi reperibili e mangiando in maniera più sostenibile, secondo le 5 diete Ma-Pi. Pensateci.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

E' morto un uomo. Noi non lo riguardiamo più. Lui ora ci riguarda ancora? La domanda è se merita o no memoria imperitura o se basta che con tutti gli onori venga seppellito o disperso e i suoi cari lasciati al proprio lutto?


Dunque la domanda è: merita o no tutte queste lacrime di coccodrillo ed elogi funebri un uomo che ha dedicato la propria vita al profitto?

Dopotutto è solo "lo showman che aveva incantato i consumatori del mondo intero seducendoli fino all'adozione universale dell'iPod, dell'iPad, etc etc"" (cit. La Repubblica) ovvero un uomo a capo di una multinazionale che senza scrupoli persegue l'unico fine del profitto, senza rispetto per l'ambiente e per le persone (nonostante le apparenze), instaurando un clima di snobismo antidemocratico e antiegualitario che è poi lo strumento ultimo di tutte le aziende top-notch o top-of-the-list, quelle insomma che generalmente solo i facoltosi si possono permettere. Ita est.

Come dicevo sul mio precedente post, quando un uomo fa vendere milioni di attrezzi come l'iPad che non producono salute, non migliorano la qualità della vita, e in compenso rappresentano una fonte di inquinamento e di sfruttamento del terzo mondo sicura, beh, gli elogi ve li potete tenere.

E' stato un uomo capace, vero, ma in un mondo rapace (troppa voglia di fare la rima). Insomma un batterio forte: quelli che li metti in coltura e prevalgono sugli altri, si moltiplicano.

E' morto di cancro. Con tutti i soldi che aveva non ha potuto ottenere quello che con poco possiamo avere tutti grazie ad una vita macrobiotica: la salute e la serenità, la democrazia e l'eguaglianza.

E' solo un altro che se ne va, un uomo, come me e come te.

venerdì 30 settembre 2011

Per te che stai leggendo con l'iPad

Io sono un ingegnere elettronico, laureato con 110 e lode, ho lavorato alla Intel e fatto ricerca all'estero. Insomma il perfetto prototipo di persona che - se non avesse aperto gli occhi - sarebbe tutto eccitato ad ogni nuovo progresso tecnologico, alla ricerca spinta, alla diffusione dell'elettronica, ai gadget tecnologici e magari alle novità verdi, alle ecoinnovazioni e via dicendo.

Peccato che siano tutte balle. Una su mille ha davvero un impatto positivo se la si valuta in chiave olistica. Da quando ho studiato la macrobiotica di UPM la mia posizione in merito a tante questioni è cambiata. Per questo vi do un paio di spunti qui.
1. La bufala che leggendo il giornale con l'iPad si salva l'ambiente è colossale. Solo per produrre un iPad si: inquinanoleacquetaglianoboschiestraggonomaterieprimeinpaesidelterzomondoaccendoaltiforniscatenanoguerreinafricatrasportanomaterialiconsumapetroliosfruttamanodoperasfruttabambiniimpiegatantissimaenergiabruciapetroliobruciagasbruciacarboneetantoaltroancora. Insomma un casino. E ovviamente per usare internet si usano server, strutture per le telecomunicazioni che non si alimentano ad aria. Esistono metriche come la Embodied Energy o Life Cycle Assessment che misurano quanta energia/risorse si impiegano per produrre un oggetto. E non guardate che gli iCosi sono piccoli. Per produrli servono tante risorse quante quelle per produrre un'automobile. La nanoelettronica è terribilmente inquinante. Per non parlare dei conflitti che scatena l'estrazione dei metalli e delle terre rare, o lo sfruttamento sui lavoratori.
2. A proposito di automobili: Euro5, Euro6, la tassa sulla CO2 sono tutte norme per il consumismo più che per l'ambiente. Per produrre un'auto serve tanto petrolio quanto quello che consumerà. Tenetevela stretta finché cammina! Vi rimando qua per comodità perché il tizio la sa lunga...

Ma queste sono solo due spunti che ho preso a caso perché in questi 5 minuti mi sono capitati sotto mano. Il falso alternativo oggi è ovunque. Dalle banane biologiche che volano fino in Italia agli "alberi" artificiali  che estraggono la CO2 (per nasconderla poi nel sottosuolo).

giovedì 29 settembre 2011

Tonino non sa...

Tonino è un ragazzo italiano come tanti, ha solo 14 anni e ci sono tante cose che ancora deve imparare. Purtroppo gli adulti non lo aiutano, anzi...
Tonina si alza, come ogni mattina, alle 7, al suono della sveglia, puntuale e impietosa. Quale che fosse il suo stato di sonno deve svegliarsi, perché questa è la regola. Tonino non sa che suo nonno e tutti quelli prima di lui si alzavano con le prime luci, come veniva naturale.
Tonino va in cucina, e trova il latte già pronto sul tavolo, insieme ai biscotti e la nutella. Tonino non sa che quel latte viene da mucche deformi stipate in stalle dove non hanno mai visto un filo d'erba. La pubblicità non lo dice. La pubblicità mostra una mucca in un prato alpino sconfinato. Non sa neanche che la povera mucca che gli ha donato il suo latte viene mantenuta ad antibiotici per tutta la sua vita, perché le condizioni igieniche della stalla dove vive sono tali da rendere inevitabili le malattie. Il povero Tonino non sa che lui stesso sta assorbendo quegli antibiotici, che hanno effetto sul suo sistema endocrino. Tonino sa solo che il latte fa bene alle ossa. Quante bugie gli hanno raccontato, povero Tonino. Il latte le fa crescere in lunghezza, sì, ma fragili. Non può neppure immaginare che da anziano, gli diranno di berne di più, per la sua osteoporosi. E chissà perché, peggiorerà di giorno in giorno.
Ma è una bella giornata di maggio e Tonino tutto questo non lo sa. Si spalma una bella fetta di cioccolato sul pane. Dicono che cominci la giornata da leone. Forse perché gli ingredienti per quella cioccolata, in particolare i grassi (idrogenati, perché al palato sembra più buono) vengono dall'Africa e arrivano su navi che viaggiano per settimane, o su aerei, per fare prima. Tonino non sa che quel singolo vasetto di cioccolata costa all'ambiente più di una giro in macchina fino al negozio di giocattoli più vicino.
Tonino prende l'auto con i genitori. E' per il traffico che si sono dovuti alzare presto: nella sua città ci vogliono anche tre quarti d'ora per arrivare alla scuola. Tonino non sa che questo succede solo in città, che il suo amico Alberto, che vive nelle Marche questo problema non l'ha mai avuto. Tonino non sa neanche che in altri paesi d'Europa ci sono gli autobus, e anche i ragazzini li possono prendere, senza paura di fare tardi o di fare brutti incontri.
Tonino guarda fuori dal finestrino: il sole non rende le grosse strade più attraenti. Gli piacerebbe poter vedere un po' di verde, una collina sola magari. Tonino non sa che fino a 30 anni prima quella zona era tutta una campagna. Poi sono arrivati i palazzinari, il cemento e hanno costruito case, perché quelle si vendono. I servizi no. Non hanno fatto scuole, negozi, giardini. Quelli non fruttano. E così tutti i giorni tocca spostarsi alla scuola più vicina: 10km in 45 minuti.
Tonino entra a scuola. E' grande ormai e il prossimo anno inizierà le superiori. Studiare non gli dispiace. Ricorda benissimo tutte le guerre dal 1200 all'800. Tonino non sa però che cosa succedeva davvero nei secoli. Com'erano le persone che hanno vissuto in Europa, che mestieri facevano, come mangiavano e vestivano. A scuola non ha neanche mai sentito parlare dell'impero cinese, la più duratura civiltà al mondo, quella che ha sviluppato una medicina che guarisce senza antibiotici, quella che ha sviluppato la cartografia prima ancora dell'occidente. A scuola si imparano tante cose, ma le cose da sapere davvero sarebbero molte di più. E non te le spiega nessuno. Ad esempio perché la sua compagna lo guarda sempre, perché quando annusi un fiore ti senti più felice e perché bisogna sempre alzarsi alle 7? Questo non te lo dicono. Non dicono neanche perché il papà e la mamma devono andare a lavoro anche quando stanno male e non possono mai passare una giornata di sole in giro con lui.
Tonino arriva a casa. Lo ha accompagnato il papà. Ha preparato un piatto di pasta olio aglio e peperoncino. Lo mangia rapidamente poi torna di corsa al lavoro. Tonino viene lasciato in compagnia della televisione. Tonino non sa perché il papà deve sempre correre al lavoro, ma non ci pensa su, perché ha la televisione accesa davanti.
E così mentre la bicicletta arrugginisce in cantina, Tonino guarda un po' di combattimenti e violenza gratuita in tv. Si stima che un adolescente abbia visto decine di migliaia di morti in tv in tutta la sua vita. Ma a questo non hanno mai pensato i genitori di Tonino. Per fortuna arriva un suo amico, con un pallone calcio nuovo fiammante. Ah, se sapessero che quel pallone l'ha cucito un loro coetaneo non riderebbero così allegramente nel giocare.
Intanto è ora di fare i compiti, e quando Tonino è ancora a metà arriva la mamma che lo porta in piscina. Ha scelto la piscina perché aiuta a far crescere bene il fisico, dice. Ma in realtà è che anche lei deve respirare un po' e lasciandolo lì un paio d'ore ha del tempo per sé. Come in tutte le piscine buttano cloro a più non posso. A nulla è valso lo sforzo dei ricercatori che negli anni '90 avevano dimostrato la potenziale pericolosità delle acque clorate per il corpo umano. E poi che freddo che prende Tonino quando esce, ancora mezzo bagnato. Sono settimane che ha la tosse e non smette mai. Il dottore più che uno sciroppo non ha saputo che dargli e l'effetto non si è visto.
Intanto è cena, e fra un affettato e un uovo in camicia Tonino viene mandato con la pancia pesante a finire i compiti mentre i genitori stanchi e frustrati si incantano davanti alla televisione, ipnotizzati e idiotizzati.

Tonino non sa che tutto questo potrebbe cambiare, che in questo stile di vita è praticamente tutto sbagliato. Esistono tante forze che cercano di risolvere alcuni dei problemi e dei conflitti di questa società, economia, e modo di vivere, così come esistono tante persone che facendovi del volontariato pensano di seguire la strada giusta. Ma in vita mia non ho mai visto un sistema di idee così completo e capace di risolvere tutti questi problemi allo stesso tempo, e una organizzazione di persone così determinata e pragmatica come quella che sta dietro al movimento macrobiotico UPM, in Italia e nei paesi in via di sviluppo, che grazie alla loro minore cupidigia e arroganza stanno recependo e facendo loro il messaggio e i mezzi della macrobiotica in maniera molto più rapida di noi vecchiardi bianchi.

venerdì 23 settembre 2011

L'ammonizione del neutrino

La notizia di oggi [ANSA] è una gran dilemma per il mondo della fisica. É stata superata la velocità della luce, per mezzo di neutrini, particelle di massa estremamente ridotta ma non nulla, che hanno impiegato 60ns meno del previsto per superare la distanza Ginevra-Gran sasso (tra l'altro alla faccia dei commenti giornalistici, 60 ns è proprio tanto in proporzione!). I ricercatori hanno verificato i dati per 3 anni, prima di divulgarli, dal momento che non sembravano plausibili. Se le misure non soffrono di qualche errore di metodo ci sarebbe da rivedere parecchia teoria, dalla famosa pubblicazione di Einstein del 1905.

Ma colgo la notizia come spunto di riflessione.

Di casi analoghi se ne sono presentati tanti nella storia della fisica. Raramente è successo altrettanto in altre scienze come quella medica. Per quanto è (e sarà anche in questo caso) necessaria una lunga fase di verifiche da più parti, per essere sicuri della novità, prima di chiamare la ruspa per demolire la relatività ristretta, potrebbe essere necessario accettare la fallibilità della teoria di fronte ad una confutazione dell'esperienza.
La fisica ha affrontato numerose crisi, e la medicina? Negli anni 60 l'OMS raccomandava il consumo di carne in quantità, mettendola praticamente alla base della piramide alimentare. Ci sono volute generazioni di malati per far riconoscere formalmente l'importanza dei cereali integrali e delle verdure. Tuttavia la prassi è ancora tutta un'altra (un po' come se gli insegnanti di chimica oggi negassero l'esistenza dei radicali liberi, cosa che avveniva negli anni '70). A dar retta ai nutrizionisti, agli specialisti e ai medici di base si mangerebbe carne pure a colazione. Per dire la prima che mi viene in mente. Oppure vogliamo parlare degli antibiotici? Sì, quelli che tipicamente uccidono la microflora batterica privandoci così del (si stima) 70% delle nostre difese immunitarie, quelle che dovrebbero aiutarci a uscire dalla malattia.

Neanche la macrobiotica adotta teorie e prassi immutabili (checché ne dicano i detrattori, facendo passare i pianesiani come dei fissati). Essa è in continuo dialogo con la gente, con le reazioni dell'organismo e dell'ambiente circostante. Proprio perché non si rifugia dietro le cattedre in corsi a numero chiuso.

E vogliamo parlare degli economisti? Il sistema economico vive di leggi innaturali (il solo concetto di crescita infinita è un'aberrazione) contrarie ad ogni logica fisica (a sistemi fisici vengono applicate alla fine) o etica (sentir parlare i politici di sinistra, che dovrebbero essere dalla parte dell'uomo, di crescita, rilancio dell'industria e PIL mi fa intristire). Eppure continuiamo ad applicarle senza dar loro neanche una ritoccatina...

Ma volevo essere breve per non mettere troppa carne al fuoco. Che poi non la digerite bene...

giovedì 22 settembre 2011

Sostenibilità dell'alimentazione convenzionale e della macrobiotica UPM

Riporto alcuni risultati dello studio "Abitudini alimentari e impatto ambientale: una valutazione della domanda di risorse naturali in tre sistemi agroalimentari" a cura della dott.sa Lucia Mancini dell'Università Politecnica delle Marche, presentato in occasione del 10° convengno internazionale "Dalle Antiche Teorie Cinesi allo Sviluppo Sostenibile Pianesiano", Uni La Sapienza, Roma 2011.
Lo studio è molto completo e descrive il sistema agricolo-alimentare dominante in dettaglio, per poi analizzare la sostenibilità di tre paradigmi diversi:

  • P1: agricoltura chimica e distribuzione convenzionale
  • P2: agricoltura biologica e GAS (Gruppi di acquisto solidale)
  • P3: policoltura pianesiana e distribuzione UPM (Un Punto Macrobiotico)
La metrica utilizzata è il MIPS (Input di Materia Per unità di Servizio) [Schmidt-Bleek, 2009; Ritthof et al., 2002], che - in breve - per 1kg di prodotto alimentare in uscita stima la massa di materia prima necessaria in entrata, divisa in 6 classi: abiotica (o non rinnovabile, ovvero combustibili, minerali, chimica, etc.), biotica (o rinnovabile, ovvero biomassa vegetale e animale), acqua, aria (O2 consumato), suolo movimentato ed erosione. In sostanza il MIPS garantisce risultati di facile lettura sul rapporto ingresso-uscita dell'intero sistema agroalimentare, inclusi trasporti e distribuzione.

NOTE

Nello studio non vengono considerate le categorie suolo ed erosione per mancanza di dati. Per i paradigmi P1 e P2 viene utilizzato un paniere secondo i consigli nutrizionali del Ministero della Salute, mentre per P3 viene utilizzato un paniere basato sulla dieta Ma-Pi 3 (zuppa e piatto misto che trovate tutti i giorni al Punto Macrobiotico). Faccio notare che il fatto di avere un paniere vegetariano per P3 incide considerevolmente sui consumi, specialmente quelli di acqua. Il fatto di utilizzare consociazione e filari, nonché autoriproduzione dei semi incide notevolmente perché non sono necessari input chimici (disinfestazione e concimazione) o biologici (letame, foraggio, etc.).

RISULTATI

Ho ripreso i dati dell'articolo e li ho rielaborati, normalizzando ogni categoria in modo tale che la somma del maggiore (P1) fosse pari a 10, ovvero assegnando un peso uguale alle quattro categorie di input. Sommando i pesi delle materie input tout court si ottengono risultati sostanzialmente identici.


Come è evidente, la filiera di produzione-distribuzione UPM è 10 volte più economica di quella tradizionale a cui la maggior parte di chi legge si affida. Questo significa che, approssimativamente, con quello che 1 di voi consuma in una settimana, ci si possono sfamare 10 persone che si affidano alla filiera UPM, o anche che, se si praticasse la policoltura Ma-Pi, unitamente alla dieta macrobiotica, ci sarebbe cibo nel mondo sufficiente a sfamare 10 volte la popolazione attuale.

Ora capite che la macrobiotica non è riso scondito per gente radical-chic, ma anche un'idea brillante per risolvere le emergenze attuali del pianeta. Infatti tra le altre cose la macrobiotica:
  • nobilita il lavoro fisico dell'agricoltore e del trasformatore, gli restituisce potere e un compenso adeguato, risolvendo così problemi sociali, oltre che economici
  • riduce la desertificazione, che non è provocata tanto dall'assenza dell'acqua, quanto dall'agricoltura intensiva e chimica
  • mantiene la biodiversità e la fertilità
  • trasforma i rapporti consumatore-produttore: dalle balle dei certificati biologici, green, etc. a rapporti di fiducia veri e umani
Per tutto questo mi sento di ringraziare ancora una volta Mario Pianesi e tutto UPM che lottano per cambiare lo stato di cose, e ovviamente chi come la dott.sa Lucia Mancini si adopera per portare prova agli scettici della loro ignoranza.

Il prossimo post: la ricetta anti-crisi, ovvero quanto risparmiate del vostro stipendio seguendo un'alimentazione macrobiotica...
A presto

giovedì 8 settembre 2011

Il deodorante dello scettico

Il deodorante dello scettico profuma molto.
"Non come quelle fregature che vendono nelle erboristerie o nelle bancarelle, com'è che si chiama? Allume di rocca? Figuriamoci se un pezzo di pietra bianca e inodore può funzionare come deodorante..."

Ecco quello che tanti scettici dicevano e dicono. E' così povero il pensiero lineare, aristotelico e determinista cui noi occidentali siamo abituati dal pensiero scientifico che non può che cercare evidenze palesi alla vista (o in questo caso al fiuto).

Fatto sta che l'allume di rocca come deodorante funziona benissimo [Altroconsumo Luglio-Agosto 2011], anche troppo, e in tantissimi deodoranti commerciali l'azione antitraspirante è data dai composti dell'Alluminio.

Ma non volevo parlare di deodoranti, quanto dell'arroganza dell'occidentale scettico di natura e sicuro delle proprie convinzioni. Oggi stavo appuntandomi che il rasoio di Occam "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", è funzionato benissimo per costituire tutto lo scibile scientifico necessario alla tecnica, ma non ha alcuna valenza quando ci si accosta ai sistemi complessi: ecosistemi geologici, biologici e infine l'uomo. Lì infatti fallisce la scienza nel capire, diagnosticare, ottenere gli effetti desiderati, curare. Lì la logica si fa fuzzy, i sistemi sovradeterminati, le grandezze non lineari, i modelli miseri.

In questi casi spessoci aiuta la nostra testolina, complessa, non lineare, fuzzy. Fatta dalla natura per capire la natura in un modo che non dà certezze né verità, ma nell'unico modo umanamente possibile. A volte si tratta di "serendipity", epifanie, altre di convinzioni. Come quella che gli azuki regolarizzano i liquidi e la ritenzione. Non lo dimostra nessun articolo scientifico ma l'hai provato su di te qualche volta e ti è sembrato vero. Non puoi dirlo ai quattro venti, lo tieni per te e i tuoi figli. La scienza (estremamente yin-mentale) dell'uomo occidentale (estremamente  yang-combattivo) questo non lo tollera. Se una cosa è vera deve essere dimostrata, sviscerata e diffusa ai quattro venti, tutti devono sapere!

Ma chi fa macrobiotica è abituato al fatto che le cose più importanti le devi scoprire sulla tua pelle, non basta scrivere una bella paginetta e metterla su internet, come sto facendo ora, perciò tanti saluti e se volete provare gli azuki fatemi sapere...

NB: qualcosa su cui essere scettici a priori c'è: i complottismi fantascientifici. Chi li vede ovunque è più malato di chi viene tacciato di ordirli. Vedi alla voce scie chimiche, HAARP e controllo mentale.
Non esiste una eminenza grigia con piani di lungo termine. L'uomo è uno stupido [vedi Carlo M. Cipolla, "Le leggi fondamentali della stupidità umana", ed. Il Mulino 1988].

domenica 14 agosto 2011

Mangiare estivo, mangiare in vacanza

NB: Vorrei aver scritto questo post prima delle vacanze estive così da aiutarvi con dei piccoli consigli a mangiare al meglio secondo la stagione e il luogo dove ci si trova, ma prima ho dovuto sperimentare su di me se quello che dicevo era corretto.

COME MANGIARE D'ESTATE?
La nostra prospettiva antropocentrica e capricciosa ci porta a credere che non importa la stagione, il clima o l'ambiente che ci circonda, noi possiamo fare ciò che vogliamo, basta munirsi dei giusti mezzi per contrastare gli elementi. Non è così, siamo noi a doverci adeguare alla natura, che è anche il modo più semplice di vivere. E' possibile, ad esempio, mangiando solo cibi di stagione non soffrire il caldo e quindi ridurre il nostro peso sull'ambiente spegnendo i condizionatori ed evitando l'importazione di alimenti. La natura ci offre i mezzi per esserle di minor peso. Basta seguire un'alimentazione adeguata alla stagione cominciando dai mesi di transizione tra primavera ed estate: cibi più yin che contrastano la stagione yang. Vi sto dicendo che semplicemente mangiando meno condito (meno sale, e per chi già mangia alternativo meno miso e tamari), più insalata e verdura, qualche frutto di stagione, più liquidi (e the bancha meno forte) si riesce a contrastare il caldo e vivere più serenamente il periodo. Per chi già prova a mangiare macrobiotico a casa propria deve mettere meno miso nella zuppa, mangiare più verdure e meno legumi. Per questi "Un Manuale di Alimentazione" di Mario Pianesi, reperibili in tutti i centri UPM fornisce una indicazione rapida e schematica.
Per chi invece è nuovo a tutto questo: non toccate carne e affettati! Vedrete poi se l'effetto non è positivo. I dolci, specie se freddi sono yin, perciò d'estate un gelato al riso o alla frutta come quelli che trovate al punto macrobiotico vanno bene (gli ingredienti sono solo 2: malto e riso o malto e frutta). Non vanno mangiati freddi ma freschi, sappiamo tutti che effettaccio che hanno sullo stomaco le bevande e i cibi ghiacciati! Inutile dire che tutto il resto è solo zucchero, uova e chimica, ovvero quanto di peggio per ogni stagione!
Inoltre evitare solanacee come pomodori e melanzane rende il sangue meno attraente per le zanzare. Fino a due anni fa non mangiavo macrobiotico e le zanzare mi preferivano agli altri presenti. Ora non sono più loro vittima gradita e non ho più reazioni allergiche alle loro punture.

COME MANGIARE IN VACANZA?
Questo punto è più difficile e richiede esperienza. Un po' perché in viaggio è praticamente impossibile trovare qualcosa di "commestibile", un po' perché i bioritmi vengono stravolti e ci troviamo in località con clima improvvisamente mutato dal nostro.

PER CHI VIAGGIA:
Cercate di modificare l'alimentazione lentamente. Partite almeno con qualcosa di vostro di cui vi fidate, almeno per la durata del viaggio, (le cose peggiori si trovano negli autogrill, negli aeroporti, nei bar lungo le strade). Un esempio può essere il sushi: riso bianco con un po' di prugna umeboshi (che ne aiuta la conservazione) avvolto dall'alga nori. Il riso fornisce energia per un tempo molto prolungato, la prugna umeboshi è amica dello stomaco e l'alga mineralizza e da sapore.

PER CHI VIAGGIA VERSO NORD:
Chi va verso i climi freddi (montagna, paesi esteri), dovrebbe cercare di adeguarsi al rapido cambio di clima. Dato che il clima si fa improvvisamente più freddo, l'alimentazione dovrebbe farsi più yang. Più miso e sale, più proteine e cereali, più attività fisica e meno mentale. Il mio consiglio per la montagna è zuppa di miso servita calda, con verdure più invernali come cavolo e verza, ed eventualmente alcuni legumi. Poi riso e ancora riso per affrontare lunghe camminate senza mai perdere le energie. Chi mangia dolci e zuccheri ha bisogno di nuovi zuccheri dopo breve e rischia di fermarsi sulle salite!
Il miglio e le verdure vi aiuteranno a remineralizzarvi e integrare preziosi elementi.
All'estero adeguarsi è più difficile. In Inghilterra ad esempio si riesce a trovare sì e no un bancone di verdura fresca in una intera cittadina se il giorno è sfortunato! In Scandinavia si può trovare ogni tipo di carne, ma le verdure sono più scarse, bruttine e importate dall'estero. In questi paesi la natura vuole che si faccia un uso più frequente di proteine animali, che del resto aiutano a sopportare il clima. Un consiglio è quello di cercare in un ristorante o baracchino del pesce, accompagnato da insalata, o una zuppa di salmone, piatto frequente in tutte le tradizioni dei paesi insulari e peninsulari al nord.

PER CHI RIMANE A CASA:
Finalmente avete del tempo per voi e gli altri. Cercate prodotti di stagione locali, da agricoltura alternativa (biologica, biodinamica, o policoltura, come quella dei centri UPM), e dedicatevi ad una cucina estiva. Abbellite la casa con piante o fiori, curatele. Pensate al vostro corpo, massaggiatevi tutta la muscolatura alla mattina, respirate e mangiate lentamente. Fate respirare la pelle ed eliminate i deodoranti ora che non avete bisogno di correre qua e là.

SI'... VIAGGIARE (?)
In appendice una riflessione: perché viaggiamo e come lo facciamo? il viaggio può non far bene a chi di noi ha necessità alimentari particolari o bioritmi delicati. Non fa bene alla maggior parte degli italiani che passano ore ed ore su autostrade in condizioni di stress estremo. Quel che è certo è che non fa bene all'ambiente. L'abitudine di "andare in vacanza" viaggiando, è tutta moderna, ed è frutto unico dell'alienazione che il lavoro contemporaneo (fabbrica, ufficio...) provoca in noi. Se riuscissimo a costruire un ambiente personale, familiare migliore, se avessimo una casa a cui teniamo e vivessimo in borghi dove c'è quiete, allora non sentiremmo il bisogno di fuggire, anzi troveremmo lo slancio per maggiori cure alla casa e alle persone nei giorni di maggiore libertà. Ve lo dice uno che ha sempre viaggiato ed ora ha trovato la felicità di stare in casa e godersi il posto lussureggiante che la fortuna gli ha dato.

DISCLAIMER
Non sono un esperto di alimentazione né di macrobiotica, tutti i consigli che vi do sono spassionatamente lanciati e spero siano utili.

mercoledì 29 giugno 2011

TAV, politica e sangue

A volte è necessario combattere e sanguinare. L'Europa soffre, e la guarigione passa solo attraverso l'eliminazione di zuccheri e droghe: il concetto di mercato liberale e in espansione, la delega di ogni responsabilità alla politica.
Questi ultimi tempi vedono scontri in piazza, anche duri, non come nel '76, ma ben più cruenti di quanto ci si era abituati a vedere dopo 30 anni di sonno. In Grecia, in Spagna, in Francia e in Italia varie motivazioni spingono gli uomini a tornare cittadini: è la democrazia come l'abbiamo intesa dal dopoguerra che fallisce, perché il punto in comune è il fallimento della politica nel garantire benessere ai cittadini, nel garantire partecipazione, diritto allo studio e qualità dell'università, e così via.

Oggi scrivo per parlare delle manifestazioni contro le "grandi opere pubbliche".
La TAV: un'opera pensata già storpia. Da costruire in un periodo di magra economica, da affiancare ad una ferrovia già esistente a poca distanza e già sottoutilizzata. Costosa come il ponte sullo stretto di Messina e dall'impatto ambientale ancora maggiore. Uno sfregio dell'economia dei pochi alle ricchezze dei molti: la valle e i suoi abitanti.
Allo stesso modo è uno sfregio alla dignità dei concittadini della val di Susa, e alla democrazia quello che sta accadendo in questi giorni ai loro danni: feriti, cariche, militarizzazione dei cantieri, e poco fa la notizia e le foto tramite blog e twitter dello sfregio alle tende dei manifestanti da parte delle forze dell'ordine.

Qui le poche e semplici ragioni per cui non solo i cittadini della val di Susa, ma tutti noi cittadini italiani ed europei dobbiamo impedire che questo ennesimo errore venga compiuto.

Mi ricordano molto gli argomenti per cui tutti i cittadini delle coste marchigiane si sono e si stanno ribellando contro la costruzione dei rigassificatori a largo di Porto Recanati e Falconara Marittima:

  • dannoso per i locali
  • perdita economica netta per la nazione
  • ridondante
  • ad elevato impatto ambientale
  • a rischio catastrofe
Per Porto Recanati al momento le prime battaglie sembrano vinte. Del resto parliamo di una bandiera blu tra le più belle delle Marche. Ma per Falconara ancora il destino sembra incerto, se non pericoloso: la regione deve ancora decidere e continua a rinviare la decisione, schiacciata dai cittadini da una parte e dal governo dall'altra. Qui i motivi per cui opporsi a questa opera.

Politica e sangue, sono contento che l'Italia stia vivendo un periodo di risveglio, perché a un certo punto con le buone maniere non si ottiene più nulla. Ci sono dei pazzi che credono di fare qualcosa di utile facendo saltare i siti del governo italiano e dei suoi partiti, come gli hacker* dietro a #italianrevolution. Purtroppo bisogna sporcarsi le mani, potrebbero far saltare il web intero, ed il mondo andrebbe ancora avanti. Allo stesso modo il cibo non si genera spontaneamente negli scaffali dei supermercati, perciò lascio il computer e il tempo perso finora per andare a sistemare l'orto...

* è spiacevole dover usare il termine hacker nel suo senso improprio (vd. "L'etica hacker", P. Himanen)

domenica 19 giugno 2011

Pixie cheee??? Ma anche no!

Notizia fuffa su "La Repubblica" [1], pensata per alleggerire il lettore dai fatti di cronaca e politica. A me appesantisce lo stomaco. Analizziamo la prima parte della notizia:
""Pixie Dust". Così si chiamerà, o almeno così sperano i suoi creatori, il prossimo drink giovanile americano, frutto della ricerca scientifica. Prodotto grazie alla collaborazione di due ricercatori del programma di scienza alimentare della University of Wisconsin di Madison, il drink - una polvere liofilizzata di frutta che può essere mescolata sia con il latte che con l'acqua e che equivale al fabbisogno giornaliero di frutta di una persona - è stato presentato all'incontro annuale dell'Institute of Food Technologists 1 che si è tenuto recentemente a New Orleans. 


Vincitore di un concorso per giovani scienziati lanciato dall'IFT in collaborazione con Disney, e concepito per il pubblico under 16, il nuovo drink sarà presto disponibile in tutti parchi sparsi per il mondo."
Ora:

  • ha un nome del c****, che serve solo a nascondere quanto sia falso e mummificato il suo contenuto. Ora manca solo un bello spot, delle faccie da c*** sorridenti e il gioco è fatto.
  • buono il fatto che ne abbiano ascritto il consumo ai giovani americani. Significa che da noi non ci arriverà mai, spero, no? Pessimo il fatto che abbiano già dato per scontato che i giovani, come me, saranno i primi cretini a cadere nella trappola.
  • E di trappola si tratta: è solo una trovata commerciale, lo si capisce nelle ultime righe, escogitata da Disney per entrare in un mercato che ancora non era di loro competenza, puntando sulla loro presa sul pubblico giovanile, e compiacendo genitori "preoccupati" per la salute dei figli che credono così di unire l'utile al gustoso.
  • una polvere liofilizzata un mio amico, che non è neanche un macrobiotico la avrebbe definita cibo mummificato. Cosa c'è della frutta? Le fibre? No. Le vitamine? Forse, ma la biodisponibilità delle vitamine, dei minerali e degli oligoelementi dipende esclusivamente dalla dieta (questo lo dice la medicina ufficiale) e quindi tutto un cavolo prendere integratori.
  • A cosa serve? Per evitare di mangiare la frutta. Come se fosse faticoso! Se i bambini non mangiano frutta, verdure o cereali è solo colpa dei genitori che non gli insegnano A: cosa fa bene, B: l'amor proprio (perché farsi del bene è amor proprio), C: la forza di volontà. (NB: una dieta macrobiotica, ovvero equilibrata, prevede la frutta mangiata in piccole quantità e ci sono buoni motivi per farlo)
  • Mescoliamola con il latte, sì dai! Tanto gente che ha un PhD in chimica molecolare ancora non ha trovato il tempo di leggersi gli studi che dimostrano la nocività del latte vaccino su bambini e adulti. Ancora non ne ho parlato? Segnato: da fare...


Continua, in generale: "L'idea è quella di utilizzare queste tecnologie per mettere a punto pietanze che - si spera - ci aiuteranno a combattere il diabete, l'obesità, la fatica mentale, l'osteoporosi, il cancro e anche l'invecchiamento. E rappresentare quindi la risposta dell'industria alimentare allo stress tossicologico, o almeno alla crescente disagio che il popolo statunitense esprime nei confronti della contaminazione chimica con la quale deve fare i conti quotidianamente. L'inserimento di quantità molto spesso microscopiche di questi ingredienti in cibi destinate a finire sugli scaffali dei supermercati potrebbe aiutare a combattere Ie sindromi e le malattie più diffuse"
Ma cambiare i contenuti degli scaffali no? La macrobiotica cura il diabete [2], l'obesità (e anche bulimia e anoressia, ho visto di persona), osteoporosi e invecchiamento. Per il cancro non mi voglio lanciare in "conosco diverse persone che hanno guarito il cancro con la macrobiotica" perché poi mi si dice che tre casi non significano nulla (effettivamente non hanno valore statistico), però sicuramente lo previene.

Biblio:
[2]: Porrata et al. "Ma-Pi 2 Macrobiotic Diet Intervention in Adults
with Type 2 Diabetes Mellitus", MEDICC Review, Fall 2009, Vol 11, No 4 (Peer Reviewed) http://www.medicc.org/mediccreview/articles/mr_119.pdf

sabato 18 giugno 2011

Va tutto riformato!

La catena della produzione alimentare è tutta da riformare, anzi da formattare!
Alla diffusione del E. Colii, imputata a vari ortaggi[vd. post], tra cui germogli di soia biologici, si aggiunge ora un'altra ondata dovuta ad hamburger[2]. Come vedete il rischio di mangiare cibo contaminato da agenti biologici (o a maggior ragione chimici, di cui ci accorgiamo troppo tardi) nocivi è sempre presente. Non sappiamo niente di quello che si trova sugli scaffali di un supermercato, tranne che ha fatto un sacco di strada e chi lo ha prodotto non si è curato di altro se non del proprio profitto. Neanche il bollino del biologico per come è stato pensato garantisce poi nulla. Se io compro biscotti biologici con olii tropicali che vengono da fuori l'UE, con farine che vengono dalla Cina, e poi varie sostanze chimiche per lievitare, addensare, aromatizzare... beh, quello non è un prodotto biologico, quello è solo un bollino come tanti altri.
Quello è un "falso alternativo".

La vera svolta è produrre tutto nelle vicinanze, utilizzare pochissimi semplici ingredienti (per dei buoni biscotti ne bastano 6, per un gelato 3, per la marmellata 3, per uno shampoo 6), applicare a tutti un'etichetta trasparente come quella promossa da UPM e Mario Pianesi.
Sul numero di maggio/giugno di Verde Ambiente, la rivista del VAS (copertina in figura sopra) si parla di varie proposte di etichetta trasparente, di cui la più concreta è quella proposta da UPM che ha curato un articolo su tale numero dove riporta le immagini di alcune etichette attualmente in uso. Di fatto, tra tante proposte fumose, quella di UPM è l'unica in atto da anni, completa, funzionale. Posso tollerare che si dicano tante cose sui macrobiotici, che sono gialli, che mangiano sciapo, che sono fissati, ma non si può dire che non abbiano coraggio, passione, idee forti e rivoluzionarie, non si può dire che non facciano ciò che è universalmente riconoscibile come giusto per loro e per tutti: se la metà di noi vivesse una vita macrobiotica potremmo dimenticarci tutti i problemi di cui siamo afflitti oggi.

A presto, un post sull'etichetta trasparente Pianesiana.

mercoledì 8 giugno 2011

da una mia lettera sulla macrobiotica ad amici

[...] Uno dei capisaldi della macrobiotica è proprio questo: non ci importa dei soldi per pagarci vestiti vacanze e relax, e ci riassumiamo le responsabilità cedute negli ultimi decenni. Per questo bisogna lavorare sodo: la responsabilità sui propri familiari e sulla loro salute (il che presuppone una famiglia compatta se non allargata, e l'educazione all'amore e alla cura per gli altri, altro che telecamere per sorvegliare i neonati da lavoro), sul suolo e l'ambiente in cui ti trovi (addio discariche abusive, cementificazione, appalti edilizi, cemento fatto con la sabbia di mare e in definitiva parte della mafia come la conosciamo), sulla tua salute, perché potenzialmente ti conosci meglio tu che un medico che ti vede una volta in vita e ti manda via con una cura che non saprà mai se ha funzionato o no (addio malasanità), sul cibo e su come viene lavorato (addio supposte pandemie aviarie e suine, cetrioli spagnoli, mozzarelle blu e via dicendo), responsabilità verso la tua comunità (addio micromafie comunali, appalti truccati e privatizzazioni dei servizi), responsabilità e parità verso le persone con cui lavori (lavoro esclusivamente tipo società cooperativa, addio a finanza, aziende con migliaia di dipendenti in tutto il mondo di cui pochi assorbono i guadagni e tutti pagano le perdite) e l'elenco non finisce qui.

Per tutto questo bisogna lavorare tutti i giorni, come è sempre stato. Cioè invece che passare la giornata a studiare le azioni in borsa, le pratiche legali di un cliente, le tecniche per miniaturizzare i transistor, le pratiche burocratiche di un dipendente, i versi di Leopardi, ovvero quello che fa in un ufficio la maggior parte di noi, bisognerebbe fare altre cose, lessicalmente note come "meno nobili", ma che al contrario sono molto più nobili, perché sono da e per gli uomini. 

Bisogna sapere meno in profondità, ma conoscere tutto. In una giornata si fanno cose per gli altri, si lavora con attrezzi, si pensa al proprio corpo, si cucina da mangiare, e ci si istruisce un po' quando si è fisicamente stanchi.
Dico questo anche per riallacciarmi al tema dell'economia P2P[1]: questa che dipingo è un'economia P2P, più materiale, ma sempre P2P. Perché di base come concetto questo del P2P è antico come l'umanità, solo che oggi è applicato su scala globale attraverso i terminali e la rete.

E non importa quante touch gestures Steve Jobs può inventare, sempre terminali sono, e tramite meccanismi P2P ti puoi scambiare un sacco di ciaffi inutili, o alla meglio della buona musica (possibilmente sotto licenza CC[2][3]). 

Ma da una mano all'altra puoi scambiare un frutto, un vestito, uno schiaffo o un gesto d'affetto. Qualcosa di autentico perlomeno.

[1]: The P2P Foundation
[2]: Creative Commons License
[3]: Jamendo, musica libera

mercoledì 1 giugno 2011

Cosa non accadrebbe se...

Cosa non accadrebbe se nel mondo si mangiasse zuppa e piatto, da prodotti acquistati localmente e comunque completi di etichetta Pianesiana, se si facesse uso parco di energia e risorse, se si lasciasse ad ogni popolo l'autonomia economica, alimentare, politica: alcuni esempi presi a caso dai quotidiani in questi ultimi due giorni:

  • Epidemia da E . Coli dovuta a cetrioli d'importazione (o forse no?)
  • Cereali metallizzati e amenità magnetiche (video incredibile)
  • Incidenti nucleari, ogni anno ne avvengono a decine, e molti altri sono taciuti dalle autorità (vedi il caso TEPCO)
  • 1 miliardo di affamati nel mondo, con domanda d'acqua in aumento e terre che perdono la fertilità: basterebbe che in ogni luogo si applicasse la "policoltura" piuttosto che le agricolture chimiche e intensive che desertificano i suoli modificandone il pH e quindi distruggendone la flora di microorganismi che permettono la rigenerazione degli elementi nutritivi. Ovviamente sarebbe necessario anche un cambiamento economico, lasciando ai paesi di terzo e quarto mondo la libertà di governarsi come meglio credono, dal momento che noi occidentali dai tempi del colonialismo abbiamo solo peggiorato le loro condizioni di vita (e non è donando vaccini "scaduti", o meglio inutili e pericolosi, che tanto non ha usato nessuno, che il conto si pareggia)
Perché la macrobiotica può annullare questi problemi e come? Se ve lo chiedete domandate!

giovedì 26 maggio 2011

Triclosan e il dentifricio Eraclio

Come promesso, parliamo un po' di igiene.
Ero partito da un articolo del Environmental Health Perspectives, un journal peer-reviewed e open-access [1] per studiare gli effetti negativi del Triclosan. Poi ho dato un'occhiata alla pagina wikipedia inglese [2] e mi sono reso conto che c'era già lì tanto di quel materiale citato che questo articolo sarebbe stato superfluo.
In breve: stiamo parlando di una sostanza impiegata in prodotti per l'igiene personale come battericida (saponi, dentifrici, pannolini, gel per lavare le mani...) fin dagli anni '70. Tuttavia la US Food & Drug Administration nel 2010 afferma che tale sostanza non fornisce nessun beneficio aggiuntivo rispetto, ad esempio, ad una bella strofinata di sapone nel rimuovere i batteri e la sua nocività è ora sotto indagine. Il triclosan è accusato di provocare tumori al seno, di rinforzare con l'uso prolungato la flora batterica, di modificare gli ecosistemi marini uccidendone i batteri e impedendo alle alghe la fotosintesi, di inquinare i terreni una volta immesso nelle fognature e poi nei fiumi (trasformandosi in altre sostanze come la diossina), di interferire con il sistema endocrino e le funzioni ormonali.
Riguardo l'igiene, la medicina si è convinta che ogni malattia viene da un piccolo virus o batterio cattivello che ci vuole del male e che solo antibiotici e vaccini possono fermare. Questo è sicuramente legato ai primi successi storici nel curare malattie all'epoca molto diffuse. Tuttavia, come dico sempre, la medicina non ha avuto l'umiltà di cambiare visione ed è per questo che oggi non è in grado di contrastare patologie e disturbi di tanti tipi, soprattutto quelli che ci affliggono più quotidianamente.
L'igiene è una di quelle cose che ci riguarda giornalmente e qui, proprio la medicina tradizionale, invece di assisterci nel bene, ci consiglia pratiche che a lungo termine sono deleterie. Viene definita "Hygiene Hypothesis", l'ipotesi avanzata da molti, secondo i quali un eccesso di igiene, specie in età infantile, indebolisce il sistema immunitario e provoca allergie, detto in parole povere per l'assenza di un "confronto" con allergeni e batteri nella fase importante della crescita. Le evidenze sperimentali ci sono [3], ora sta alla medicina formulare una teoria valida per spiegarle, e nel frattempo seguire quanto mostrato dalla verità sperimentale.

E ora parliamo di Eraclio. Evito da un po' di usare un sapone con antibatterico inavvertitamente acquistato al supermercato... ma quando per sbaglio è stato addirittua acquistato un dentifricio con triclosan, mi sono deciso ad andare al Punto Macrobiotico vicino casa e acquistare finalmente il dentifricio "Eraclio". Questo dentifricio si presenta come una polvere da applicare sullo spazzolino, fatta di argilla, salvia, timo, menta (da agricoltura biologica), sale e poco altro. Sicuramente il primo impatto è un po' particolare, se uno non ha neanche mai avuto il piacere di lavare i denti qualche volta con il bicarbonato, ma l'effetto è piacevole e fresco, con la differenza che è ottenuto in maniera naturale e sicura. La ricetta fu preparata da tale Eraclio Fiorani, erborista di Macerata, grande amico di Mario Pianesi, che in sua memoria gli ha dedicato questo prodotto, che oggi potete trovare in tutti i circoli Un Punto Macrobiotico (prodotto da TEA Natura, Ancona). Il prezzo è inferiore ai costosissimi dentifrici (un po' "falsi alternativi") da erboristeria o negozio di prodotti naturali, è superiore a quello di un tubetto di dentifricio da supermercato, ma dura di più, e durate di più anche voi ;)

P.S.: un'altra dedica ad Eraclio Fiorani è il belvedere omonimo in zona Posatora di Ancona.

Biblio:
[1] Erin M. Rees Clayton, Megan Todd, Jennifer Beam Dowd, Allison E. Aiello, "The Impact of Bisphenol A and Triclosan on Immune Parameters in the U.S. Population, NHANES 2003–2006", Environmental Health Perspectives, 119(3) Mar 2011

lunedì 23 maggio 2011

Europa contro WiFi e cellulari nelle scuole

Leggo e diffondo con enfasi positiva questo articolo di Businessmagazine[1], che riporta la scelta della comunità europea di "prendere tutte le ragionevoli misure per ridurre l'esposizione ai campi magnetici, specialmente alle frequenze radio provenienti dai telefoni cellulari e particolarmente l'esposizione di bambini e giovani individui che sembrano maggiormente esposti al rischio di tumori". Questo nell'ottica preventiva di evitare che accada, come in passato, di scoprire solo troppo tardi la nocività di alcuni prodotti o tecnologie, come  è avvenuto "nel caso dell'amianto, della benzina a piombo e del tabacco".
Per coloro che sono scettici sulla nocività di onde radio a radiofrequenza (come il range 800MHz-2.5GHz che include GSM, 802.11 e così via) pubblicherò a breve un articolo in cui riporto recenti studi che mettono in evidenza la pericolosità di microonde (anche per scaldare il cibo) e gli effetti non-termici che la chimica fino a poco fa ignorava e che hanno una pericolosità, stranamente, inversamente proporzionale alla potenza in gioco! (Parentesi: ritorniamo al tema dell'arroganza di chi fa scienza nel modo sbagliato: solo perché dei campi a radiofrequenza si conoscono gli effetti termici, ci si sente autorizzati a dire che non esiste alcun altro tipo di effetto e a negare quindi la loro nocività).
Ritornando al WiFi: l'Italia che fa? Una volta buona che un ministro voleva fare una cosa innovativa (rendere tutte le scuole dotate di connessione wireless pervasiva), che disdetta, la UE va proprio nella direzione opposta: la notizia, recente, dal Messaggero[2].

giovedì 19 maggio 2011

Nucleare sicuro e scienza arrogante

Alcuni studi relativamente recenti dimostrano l'aumento del tasso di leucemia e cancro per i bambini che vivono a poca distanza (<5km) da un reattore nucleare in Germania. Uno di questi ha verificato ad esempio che i bambini che vivono i prossimità di un reattore rischiano il 60% dei casi di cancro e il 117% dei casi di leucemia in più rispetto alla media dei bambini che vivono in aree lontane da reattori nucleari [1]. Sembra anche che l'andamento sia pari all'inverso della distanza dal sito [2].
I punti che voglio sottolineare:
1. Il nucleare non è sicuro. I reattori soggetti allo studio non hanno subito danni o perdite (che si sappia, aggiungerei). Nonostante questo, l'effetto sulla salute negativo è dimostrato da studi statistici dotati di alta rilevanza statistica e il modello 1/d mostra un buon fitting.
2. Ancora più importante: la Scienza ha dei problemi e da uomo di scienza mi preme sottolineare che non ci si può affidare ad essa incondizionatamente. In primo luogo perché il suo sapere non è assoluto o eterno. Sì è vero, ci piace pensarlo in genere, ma non è così. Chi ha dei major studies in fisica dovrebbe saperlo bene, quale trauma psicologico costituiva per i fisici all'inizio del '900 affrontare il problema della radiazione di corpo nero, l'effetto fotoelettrico e così via! Alcuni la vivevano come una sconfitta personale. I fisici di quell'epoca impararono ad accettare i limiti della fisica e la temporaneità delle sue teorie. Ma il punto non è solo questo, il fatto è che il barbatrucco che permette i più grandiosi progressi matematici e i più miseri disastri applicativi è il principio del riduzionismo, in base al quale ci si permette di escludere in maniera piuttosto arrogante talvolta effetti secondari, quantità di poco conto o concause. E' applicando semplificazioni che si ritiene il cloro nell'acqua innocuo... salvo smentite, vd. post precedente.
Il problema della scienza è il riduzionismo, il problema di chi fa scienza è l'arroganza. Il riduzionismo porta a fare conclusioni non suffragate dalla realtà, l'arroganza ad accettarle come vere e forzare gli altri a crederci. Ed è questo il punto fondamentale di questo post. Al momento non ci sono motivi per cui il tasso di leucemia o cancro nei dintorni di una centrale nucleare dovrebbe essere più alto. Eppure "sensate esperienze" ci dimostrano così. Ora mancano le "certe dimostrazioni" (mi leggo qualcosa al riguardo e poi scrivo un altro post). Persino l'autore di [3] dice: "This unjustified conclusion illustrates the dissonance between evidence and assumptions. There exist serious flaws and gaps in the knowledge on which accepted models for population exposure and radiation risk are based." La scienza è portata per sua natura a fare "assumptions", assunzioni. Talvolta diventano presunzioni. E allora, che diavolo, ogni tanto basterebbe un po' di buonsenso. Costa molto meno di uno studio scientifico e garantisce risultati simili. Incerti, sì, come quelli di ogni studio scientifico, che non può arrogarsi mai il diritto della certezza. Lavorare nel mondo della ricerca deve significare prima di tutto umiltà e modestia, proprio come quella di un contadino o di un operaio. In fondo il lavoro di ricerca è un lavoro piccolissimo, che va ad accrescere di un delta il lavoro enorme costituito da generazioni di uomini e (purtroppo poche) donne.

P.S. un simpatico video di legambiente per il referendum del 12-13 maggio, con gli artisti che suoneranno dal vivo per fermare il nucleare. Cita indirettamente le scoperte degli articoli in bibliografia.

Biblio: (NB: [1] e [3] sono indicizzati pubmed)

[1] Kaatsch P., Spix C., Rath R.S., Schmiedel S. and Blettner M., "Leukaemia in young children living in the vicinity of German nuclear power plants", Int. J. Cancer: 1220, 721–726 (2008)

[2] E. Lengfelder, "Childhood Cancer in the Vicinity of German Nuclear Power Plants, Background and a short radiobiological evaluation of the data situation"

[3] Nussbaum R. H., "Childhood Leukemia and Cancers Near German Nuclear Reactors: Significance, Context, and Ramifications of Recent Studies", Int. J. Occup. Environ. Health, 2009; 15:318-323

Studio di prossima uscita da tenere d'occhio:

lunedì 16 maggio 2011

Il falso alternativo (p.1)

Oggi l'alternativo va di moda. Leggi "bio" dappertutto, oggi ho visto in pubblicità anche un termocamino  diventare "bio".
Ma essere alternativi, ovvero costruire una strada alternativa in qualche senso (economica, alimentare, energetica, o persino scientifica) non è facile e oggi la strada intrapresa da tante imprese e persone va assolutamente dalla parte sbagliata, ovvero quello dell'edonismo, della facilità, del consumismo. Magari fosse così semplice, fare la buona azione e vedere il mondo cambiare.
L'esempio di oggi è il caso dell'happy hour "sostenibile" di Milano [1]. Dei totem installati nei bar più famosi della città, che forniscono informazioni previo inserimento di gettone sulla sostenibilità dei cocktail forniti (ingredienti, provenienza e kilometri percorsi). Questo non è alternativo, ma neanche per niente!
1. Non è un servizio gratuito. E questo è il primo male, perché un consumo responsabile deve anche essere trasparente.
2. E' un servizio che costa risorse ambientali continuamente. Perchè per 6 bar bastavano 6 manifesti cartacei (disponibili a tutti gratuitamente). Costavano 2 ore di impaginazione, una stampante e un po' di carta. Invece 6 totem sempre accesi sono un ingegnere meccanico per disegnare la colonnina, un elettronico per decidere l'hardware da acquistare, un informatico per fare l'interfaccia software e un grafico per abbellirla. Stipendiati per un paio di mesi. Poi i totem sono 6 computer che consumano 400W di energia elettrica ciascuno se l'elettronico non è stato oculato. In Italia il 77% di questa energia proviene da combustibili fossili[2]. Teneteli accesi per una settimana e poi vedete quanti alberi servono per compensare la CO2 (qualche dato divulgativo, EN [3]).
3. Ha un difetto di fondo: sulla colonnina non credo vengano riportati i dati relativi agli ingredienti che il bartender utilizzerà effettivamente. un conto è un cocktail con spumante da agricoltura biologica locale e arancia dalla sicilia, un conto è un cocktail con spumante da hard discount che viene da non si sa dove, da agricoltura convenzionale e succo di frutta all'arancia (tutta acqua e zucchero) imbottigliato in Germania da arancie prodotte in Brasile.
L'etichetta trasparente deve stare sul prodotto, non vicino alla porta del bagno su una colonnina messa solo per fare pubblicità al locale. In questo, up to the author's knowledge, Un Punto Macrobiotico è l'unica forza alternativa che vende ed usa prodotti il più possibile locali, tutti con un'etichetta che fornisce non solo provenienza (paese, regione, città, altitudine) ma persino energia e acqua impiegate per la produzione, passaggi (produzione, trasformazione, distribuzione, etc.). Certo, al "punto" non aspettatevi un Negroni, ma cambiare qualcosa significa anche cambiare abitudini e fare una passeggiata con gli amici invece che portarli all'happy hour.

[1] Articolo fotografico, di La Repubblica: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/14/foto/milano_l_happ y_hour_ecosostenibile-16212306/1/?ref=HRESS-18
[2] Terna (società gestore rete distribuzione elettrica italiana) , "Dati Statistici sull'energia elettrica in Italia", Dati generali (pdf), 2009, p. 11.
[3] The Independent, "Cyber warming: PCs produce same CO2 emissions as airlines", giugno 2007

sabato 14 maggio 2011

Il cloro nell'acqua potabile

Uno studio del 1992 [1],  basato su un corpus di studi precedenti (meta-analysis) suggerisce che esista un legame tra il consumo di derivati della clorazione (la aggiunta di cloro all'acqua per renderla potabile disinfettandola) in acqua potabile e l'insorgere di cancro alla vescica e retto. La clorazione infatti può reagire con composti organici producendo DBPs (Disinfection By-Products) di natura carcinogena.
L'articolo suggerisce anche che il 9% dei casi di cancro alla vescica e il 18% dei tumori al retto siano ogni anno causati dalla clorazione dell'acqua. Si tratta di migliaia di casi l'anno per gli USA.
Per quanto la OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute, o World Health Organization) raccomandi di tenere sotto controllo tali elementi carcinogeni, non si è effettuato nessuno sforzo in decenni per utilizzare diversi sistemi di disinfezione dell'acqua. Eppure ci sono. Ad esempio combinando trattamento UV (che uccide i microorganismi senza lasciare residui chimici) e altri stadi di filtraggio (per rimuovere le rimanenti parti di  tossine, metalli pesanti, etc.). Questo perché il mondo ruota attorno al denaro e non alla salute. Se le amministrazioni pubbliche continuano a ragionare in termini di risparmio economico (e qui lo stato non le aiuta di certo, visto che le ha private di alcune entrate importanti come l'ICI), invece che di spesa sulla salute pubblica, interventi di modifica come questi alle infrastrutture non ci saranno mai. Tantopiù che oggi, qui in Italia siamo in aria di "privatizzazione" dell'acqua [2].
Tra l'altro nonostante l'uso del cloro, da alcuni studi, come in [3], si capisce che una certa quantità di batteri sono sempre presenti nell'acqua di rubinetto. Fatta eccezione per alcune specie pericolose, per dire E. colii ed Helicobacter pylorii, che sono estremamente nocive e prima che l'acqua fosse disinfettata erano causa di mortalità elevata, molte altre specie di microorganismi e batteri vivono in simbiosi con noi, prima ancora che con i nostri simili, gli animali e le piante. E così dev'essere per la nostra salute. D'altra parte dove abito io, mio bisnonno poteva bere l'acqua del fiume giornalmente senza rischio di sviluppare infezioni. Il succo: equilibrio: anche troppa igiene fa male. Vogliamo parlare dell'uso smodato di antibatterici e del triclosan o lo lascio per la prossima puntata?

Bib:
[1] Morris R.D., Audet A.M., Angelillo I.F., Chalmers T.C., Mosteller F. "Chlorination, chlorination by-products and cancer: a meta-analysis", J. Public Health, 1992 jul, 82(7):955-963.
[3] Ridgway H.F. and Olson B.H. "Chlorine resistance patterns of bacteria from two drinking water distribution systems." Appl Environ Microbiol. 1982 October; 44(4): 972-987

Messaggio introduttivo

Dopo mesi di tentennamenti apro questo blog. Scopo: diffondere sapere di vario tipo e da varie fonti, discutere temi complessi e fare chiarezza con il metodo scientifico quando possibile, metterlo da parte quando si va oltre i suoi limiti operativi. Insomma tutto e niente. I temi trattati sono estremamente variati, e la prospettiva non sarà unica: se infatti le parole saranno sempre le mie, col tempo è possibile che cambino, perché di verità assolute non ce ne sono e di metriche per giudicare teorie o fatti ce ne sono a bizzeffe. So già che questo blog mi nuocerà alla salute, perché prendo molto a cuore le mie idee e campagne, e discutere su internet, dove ci si insulta più a cuor leggero non sarà affatto rilassante. So anche che tramite questo sito nessuno sarà convertito ad uno stile di vita diverso, perché sono i fatti e le esperienze a farci cambiare, non le parole. Ma farò il mio lavoro per tenere pulito e arato un piccolo orticello di idee e informazioni dissonanti e in controtendenza, costi quel che costi, sperando che i miei conoscenti almeno ne trovino giovamento di quando in quando.
Che l'avventura abbia inizio...