giovedì 7 giugno 2012

L'auto ad aria e la proposta MDI: un'analisi obiettiva

Leggo su La Repubblica dello sviluppo del progetto di MDI, supportato da Tata per la commercializzazione dell'auto ad aria compressa in Europa. Nella lettura sono partito con il piede sbagliato e un po' di preconcetti, ma poi tutto sommato mi sono aperto un po' e ci vedo molti punti positivi in questo progetto, che presenta numerose differenze con auto elettriche o a idrogeno.

La mobilità ha bisogno di un bella botta sulla schiena: sono finiti i sogni di gloria su auto sportive decapotabili per fare i giri la domenica a vanvera. La botta sta arrivando sul fronte ambientale e su quello economico: da un lato la mobilità ha un peso enorme sulla salute (polveri sottili, obesità, etc.) e sul cambiamento climatico. Da un lato nessuno è più in grado di acquistare auto come si faceva una volta e le risorse per il loro mantenimento (e.g. benzina) sono in esaurimento. Perciò se il cambiamento non arriverà da parte nostra ci sarà imposta dal sistema chiuso in cui viviamo. Nel secondo caso i danni saranno irrecuperabili: guerre, carestie, vite umane, chi sa come potrebbe scaricarsi il problema che stiamo generando col ritmo odierno.

In tutto questo ridurre la mobilità meccanizzata è fondamentale, e per farlo bisogna anche ridurre le necessità di spostamento:
- niente più vacanze in aereo: se abbiamo avuto cura nei decenni passati dell'ambiente intorno a noi avremo sicuramente di che rilassarci già passeggiando per un borgo vicino o un parco nei dintorni
- niente trasporti di beni e alimenti da un capo all'altro del mondo, della nazione e della regione: ognuno cerchi di usare, produrre, acquistare e mangiare quello che ha vicino
- le visite ai parenti o il giretto in città si può fare a piedi, specie se stiamo facendo qualcosa per ridurre l'uso di automezzi nel posto dove viviamo.
Se non stiamo facendo un bel niente di ciò non possiamo lamentarci se il mondo va a rotoli.

Intanto cambiare il tipo di automobili che circolano è (solo) un piccolo passo.
COSA EVITARE: spacciare o farsi spacciare le tecnologie elettriche come la soluzione ad ogni problema. L'auto elettrica ad esempio: dove la prende l'elettricità? Dalla rete elettrica. Che in Italia è ad esempio basata per il 73% su combustibili  (dati ministeriali, vd. es. qui a pag 15, di cui in maggioranza carbone!). Un'auto elettrica sposterebbe virtualmente dunque la combustione in una località remota d'Italia, la dove si trovano le centrali, ma di fatto non risolve il problema. Anzi una migrazione massiccia all'auto elettrica richiederebbe un aumento della produzione elettrica spropositata che sarebbe nel breve periodo risolta con nuovi impianti a combustione (inclusi i tanto odiati inceneritori magari...). Per non parlare della quantità di materiali rari (ivi incluso il Litio per le batterie, che ad oggi si trova solo in Cina e i cui prezzi potrebbero schizzare in alto se essa volesse esercitare monopolio) e l'embodied energy (in italiano: energia grigia) del veicolo, ovvero l'energia/materia necessaria a produrlo.

L'idea di questa auto ad aria compressa è che, sì, serve energia elettrica per comprimere l'aria, ma rispetto a molte altre idee apporti diversi benefici:
- la produzione è semplice, la MDI sta cercando stabilimenti in ogni paese, a decine, piccole-medie imprese che possono produrre l'auto e rivenderla localmente, riducendo i trasporti di parti/beni, apportando beneficio economico ai produttori locali, e questo per me è uno dei punti più interessanti del piano di vendite di MDI, una specie di km zero anche per la produzione di beni
- la produzione dell'auto è semplice, poca embodied energy quindi
- la manutenzione dell'auto è semplice: le autofficine locali possono fare da sé, largo quindi alla riparazione (un po' come succedeva con le radio una volta)
- le auto sono piccole, anche monoposto, perciò consentono scocche leggere e minori consumi
- la vita è elevata (le batterie al Litio a confronto durano pochi anni) perciò l'embodied energy viene ammortizzata su un lungo periodo
- non sono molto rumorose

Contro:
- alcuni modelli necessitano di un piccolo motore a combustione per riscaldare l'aria (poca roba comunque)
- anche in questo caso, non si deve cadere nel miraggio no-benzina-no-inquinamento. Da qualche parte l'energia va prodotta lo stesso-
- non bisogna credere di aver risolto tutti i problemi del mondo così e rilanciarsi in una bolla di consumismo, acquisti di automobili "eco-friendly" (che termine viscido)

Punti neutri:
- il ciclo del motore ad aria porta la temperatura sotto zero: un po' di energia viene recuperata dunque per il condizionamento dell'aria d'estate. Chiaro però che d'inverno il riscaldamento richiede apposito consumo energetico

Spero di seminare qualche pensiero utile e strappare qualche erbaccia del tipo eco-balle che si sentono tutti i giorni. Ritorno di corsa alle mie ricerche "convenzionali".

2 commenti:

Anto ha detto...

Premesso che cifre e previsioni sui consumi e le prestazioni di quest'auto sono ancora da verificare, fossi in lei starei attento a etichettare tutti i tipi di veicolo cosiddetti ecologici (elettrica, idrogeno,aria, persino ibridi) come incapaci di risolvere il problema. Chiariamo poi, i problemi son diversi e ognuno richiede una soluzione fatta di numerosi interventi. Il problema energetico? Ha ragione non lo risolvono le auto ecologiche, ma sono un passo avanti. Il rendimento dei motori a combustione interna in fasi non a regime è molto più basso di quello di una centrale elettrica che sfiora il 60%, le auto elettriche non hanno di questi problemi e mantengono un rendimento superiore al 90% in ogni condizione. Quindi già così il consumo di combustibile sarebbe comunque inferiore, per non parlare del fatto che un incremento degli impianti eolici e solari, congiunto con la diffusione di queste cosiddette stazioni di rifornimento e stoccaggio aria, potrebbe finalmente risolvere il problema della scarsa prevedibilità della fonte rinnovabile e dello stoccaggio dell'energia. Il problema ambientale, di nuovo le ricordo che le centrali termiche funzionano con elevati standard per quanto riguarda il rendimento e l'abbattimento dei consumi, queste auto risolverebbero il problema del continuo innalzamento dell'asticella per quanto riguarda le emissioni deiveicoli, ormai tra egr, sistemi di abbattimento Nox ad urea e quant'altro, le case automobilistiche stanno raschiando il fondo.

Macro Petulante ha detto...

Le obiezioni fatte sono tutte vere e mi fanno intuire che lei di dati ne mastica. Da ingegnere quale sono, sono abituato ad affrontare i problemi di ottimizzazione in termini di consumi nel modo che dice lei: cercando di rosicchiare piccole percentuali alla volta con uno sforzo di ricerca e sviluppo enorme. Ma come cittadino il mio punto di vista è radicalmente diverso: se noi rovesciamo il problema? Se l'auto la consideriamo un bene di lusso da utilizzare con parsimonia? Se invece di rovinarci la vita di tutti giorni lavorando come matti, se invece di rovinare l'ambiente dei paesi dove viviamo con orrori di cemento, avessimo tutto quello che serve intorno a noi per una bella vacanza, piuttosto che fuggire lontano alla ricerca di (sempre meno) luoghi incontaminati? E' per fare un esempio. In quest'ottica, rivedendo da zero l'economia, gli spostamenti non sono più così necessari. Io stesso tutti i giorni minimizzo l'uso dell'auto, acquisto cibo e altri beni esclusivamente locali (non vado al supermercato da mesi) e pianifico i percorsi con attenzione. Il problema di tutta la comunità scientifica è quello di togliere qualche punto percentuale ai consumi, alle emissioni, etc. E' come guardare il pelo sull'uovo. Ma se noi invece guardiamo a tutto il "pollaio", le prospettive cambiano ed effettivamente ci rendiamo conto che le emissioni, i consumi possono essere ridotti non del 5% ma del 500% in un colpo solo. Ricoprire l'italia di pannelli non serve più a quel punto. Anche riguardo ad eolico e solare sono scettico. Quanta superfice agricola si dovranno mangiare ancora prima di salire dal 1 al 10% delle fonti totali? L'idroelettrico è stato un gran bell'investimento (attualmente 20% dell'energia nazionale) ma grazie ai nostri politici lo stiamo dismettendo. E' in quest'ottica che metto in guardia contro le vetture "ecologiche", che dietro quel nome nascondono qualche lieve miglioramente tecnico, ma anzi ci tengono schiavi delle stesse materie prime necessarie, degli stessi procedimenti produttivi, dello stesso modello di mercato e commercio che non porta da nessuna parte. Possiamo cambiare prospettiva radicalmente prima che l'ecosistema e i drammi sociali che si stanno creando ce lo impongano. Con un guadagno in serenità e salute senza pari. Come? Storia lunga... ma se continua a seguire il mio blog pian piano sarà in grado di mettere insieme tanti pezzi di un puzzle.