martedì 5 giugno 2012

Il problema dell'acqua è l'agricoltura convenzionale

Uno dei temi problematici degli ultimi tempi, ma soprattutto di quelli a venire è l'acqua: qualità, scarsità, accesso alla risorsa, etc.
E' uno dei temi che per le mie attività conosco bene e posso dire che certamente questo report Legambiente non mi stupisce.
L'agricoltura dissipa il 50% della risorsa in Italia, più di 2 volte l'acqua utilizzata in industria o per uso civile (20mld mc l'anno contro 8 e 9). Mentre d'altro canto il ministero per le politiche agricole e forestali riporta spesso che il tasso di desertificazione di aree prima prevalentemente agricole è in aumento.
Se da un lato quindi, come sottolinea Legambiente, c'è bisogno di utilizzare l'acqua in maniera più efficiente (e qui servirebbe il sostegno economico dello stato: tutta l'economia si regge sul primario non sulla tecnologia!), dall'altro lato andrebbe ASSOLUTAMENTE applicata un'agricoltura più sostenibile, come la policoltura pianesiana, promossa e attuata dall'associazione Un Punto Macrobiotico che riduce al minimo gli input (inclusi acqua e concimi) e mantiene l'output elevato per un periodo di tempo indefinitamente esteso.

LA DESERTIFICAZIONE NON E' CAUSATA DALLA SICCITA' O DALL'AUMENTO DI TEMPERATURA, MA DALLA MONOCOLTURA CHE ERODE IL SUOLO E DALL'ELEVATO USO DI CONCIMI E ANTIPARASSITARI CHE LO RENDONO STERILE. L'immagine di deserto che abbiamo in mente è fuorviante: non si tratta di aree necessariamente aride, ma di aree dove la vita (a partire dal microbiota del terreno) stenta ad affermarsi.

Poi l'aumento di inquinanti provenienti da questa agricoltura e dall'industria rende molte falde non più adatte all'uso umano.

Il ruolo dell'agricoltura nella nostra vita è fondamentale (si pensi anche a quante alluvioni sarebbero evitate se il paesaggio non fosse monocoltura o cemento) ed è uno sfregio che solo il 2.6% della nostra nazione vi sia impiegato (e ancor meno ne sia davvero interessato)!

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